5 ago 2012

Appello Disperato: Invalida 100% abbandonata dallo Stato italiano..

Appello Disperato e Accorato: Invalida 100% abbandonata e "tradita" dallo Stato italiano...

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Richiesta di Aiuto.

Salve;

vi prego di tener conto dell’importanza assoluta e VITALE di questa lettera, dove voglio urlare tutto il disgusto e l'indignazione che provo per un TORTO che sto subendo da parte dello Stato italiano e di alcune sue leggi a mio avviso profondamente ingiuste e immorali, nonchè discriminatorie nei confronti delle persone che, come me, vengono chiamate INVALIDE.


Sono una donna di 32 anni.

Da 20 circa, sono affetta da una grave malattia degenerativa chiamata LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO.

Ho passato tutti gli anni della mia infanzia e parte dell'adolescenza combattendo tra ospedali in lunghe degenze.

La malattia ha esordito nell'età dello sviluppo, un'età in cui si è davvero troppo fragili e indifesi per poter combattere contro un male che divora in un silenzio assordante.


L'inizio di questo patibolo è stato un trauma.

Ho perso l'uso delle gambe, del tatto e della vista che ho riacquistato solo molto più tardi dopo essermi sottoposta in 7 mesi di ricovero a devastanti ed estenuanti cicli di kemioterapie e cortisonici che si sono protratti per 10 lunghi e interminabili anni.

Ho vissuto sulla mia pelle il dolore fisico e psicologico che si prova quando si ha un infermità fisica, ma, nonostante questo, ho combattuto a denti stretti e, solo con la forza di chi vuole vivere ho affrontato quei momenti come una prova durissima da cui necessariamente sarei dovuta uscire.

Dopo aver combattuto contro questa bestia feroce da quando ho 11 anni, finalmente verso i 23 anni la situazione è andata via via placandosi con la malattia apparentemente dormiente ho avuto l’opportunita’, sempre sotto stretto controllo sanitario e medico, di poter fare una vita quanto piu’ possibile normale e sufficientemente tranquilla.

Ho riacquistato le mie forze, il mio fisico e il mio coraggio e dopo svariati lavori saltuari ecco che

Nell'anno 2004 sono stata assunta c/o un'azienda, una casa di moda, dove lavoro tutt’ora, che e’ stata la mia seconda famiglia per tutti questi 8 anni.

In questo lavoro ho ritrovato un percorso di vita, fatto di dignità e di orgoglio, un percorso alimentato da una crescita spirituale e professionale, dalla fame e la voglia di sapere e conoscere.

Amo questo lavoro e da colleghi e titolari il sentimento è ricambiato e rinforzato da una grande e profonda forma di rispetto e di stima.

Perciò mi sono reputata sempre una persona fortunata in quest'ambito, dove non è sempre facile confrontarsi in situazioni come la mia.


Purtroppo il mio sogno è durato solo sei anni.

Nel 2009 una grossa "croce" mi cade sulle spalle………….

Dopo alcuni esami chimici di laboratorio che hanno rilevato un uricemia sempre più elavata, e un riacutizzarsi della malattia, nell'Agosto del 2009 ho iniziato il trattamento SALVAVITA DI EMODIALISI e messa in lista per il TRAPIANTO RENALE, un organo che riceverò da un cadavere.

E' inutile dire che a 29 anni, una gran parte di me, è morta insieme all’inizio della terapia, come è impossibile descrivere le tante sofferenze psicologiche e fisiche a cui sono andata incontro, le rinunce e i disagi a cui ho dovuto far fronte in ogni campo di vita, dal sociale al privato.

Mi è sembrato un incubo……dopo aver lottato tanto, pur sapendo che mai sarei stata salvata da questo male, ho sentito il mondo crollarmi addosso e la ferocia di quel male tornare più prepotente e forte di prima.

Il lavoro come me ne ha risentito molto di questa battuta d'arresto, e fino a che ho potuto ho cercato con tutte le mie forze di coprire al meglio le ore lavorative comparabilmente con il mio stato di salute e delle cure, il lavoro era l'unica cosa che reggeva in piedi i pezzi della mia dignità ed era l’unico punto dove trovavo la forza per continuare.

La situazione è andata via via peggiorando……Sottoponendomi 3 volte alla settimana per 4 h ogni giorno tutte le settimane fino a TRAPIANTO COMPIUTO, dopo poco ho dovuto cedere, potendo lavorare solo ed esclusivamente 2 gg a settimana, in quanto anche per legge, ricevendo un indennizzo dall'INPS, non potevo prestare servizio in azienda.

Purtroppo la mia situazione personale- familiare non è delle migliori, in quanto i miei genitori si sono separati quando avevo 9 anni e mio padre non l'ho piu’ visto, lui è stato uno di quei padri che una volta andato via ha dimenticato anche i figli, cancellando verso di loro ogni tipo di dovere e dirittto.

Per questo motivo sono cresciuta con una mamma che lavorava anche 15 h al giorno pur di farci crescere a me alle mie 2 sorelle.

La situazione non è cambiata molto, ora che sono grande.

Vivo sola con mia madre che è una dipendente di una clinica privata sovvenzionata da ASL e Regione.

Purtroppo è sulla bocca di tutti che i continui ritardi e blocchi della regione nei confronti della sanità causano disagi a mille famiglie che lavorano per loro conto ed io mi ritrovo in una di quelle.


Mia madre percepisce stipendi a singhiozzo e mai regolarmente e fino ad ora questo è stato un problema che abbiamo più o meno risolto con il ricavato del mio lavoro, anche perchè a fine mese ci sono le spese da affrontare: affitto, bollette etc, e comunque ho potuto affrontare tutto nel pieno della dignità fino a quando………………………


Poco tempo fa, un responsabile dell'azienda dove lavoro, mi chiama per comunicarmi che l'INPS ha sospeso l'indennità mensile prevista per me, e che l’azienda, visto il forte periodo di crisi non puo’ piu’ mantenermi i 1000€ al mese, facendomi notare che nessuno, lavorando 8 gg al mese puo’ PRETENDERE di guadagnare tanto.

Visto che comunque i miei datori di lavoro non mi vogliono negare IL POSTO, SI STANNO ADOPERANDO PER CAMBIARMI CONTRATTO ASSUMENDOMI PART-TIME DANDOMI PERO' UNO STIPENDIO A DIR POCO IRROSORIO CHE NON MI PERMETTE DI PAGARMI NEANCHE UNA MINIMA PARTE DELL'AFFITTO DI CASA.


Malinterpretazione della LEGGE "TEMPO DI COMPORTO" ..

Tutto questo in base ad una legge chiamata "TEMPO DI COMPORTO" che prevede che dopo 394 gg di assenza PER MALATTIA dal lavoro, LO STATO NON SOLO TI ABBANDONA ED ALZA LE MANI NON PAGANDO PIU L’INDENNIZZO (CIRCA META’ DELLO STIPENDIO) MA AUTORIZZA, EVENTUALMENTE, L'AZIENDA DOVE SI LAVORA A MANDARTI VIA IN QUANTO I GG SOPRA INDICATI BASTANO ALLA CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO.

IN CASO CONTRARIO, QUINDI DOVE IL RAPPORTO LAVORATIVO NON VIENE INTERROTTO, IL DIPENDENTE E’ COMPLETAMENTE A CARICO DELL'AZIENDA CHE PUO' DECIDERE IN BASE ALLE PRORPIE ESIGENZE COME RETRIBUIRTI.


Conoscendo il difficile periodo finanziario che il paese sta vivendo, viene da se' che nessuno ti MANTIENE NONOSTANTE LE TUE INCAPACITA' FISICHE SIANO CAUSATE DA EVENTI DI FORZA MAGGIORE.

Ci tengo a precisare che io sono stata assunta come CATEGORIA PROTETTA, INVALIDA AL 100% e a tempo INDETERMINATO e quindi mai mi sarei aspettata una doccia fredda del genere.


Cominciamo dicendo che il "COMPORTO" secondo la mia visione di vita, andrebbe APPLICATO A TUTTE QUELLE PERSONE CHE FANNO UN USO E UN ABUSO DI CERTIFICATI CONTINUI DI MALLATTIA E CHE NON E' POSSIBILE SIA APPLICATA QUESTA ASSURDA LEGGE A CHI, SFORTUNATAMENTE COME ME, COLPITO DA UNA TRAGEDIA SIMILE, DEVE SOTTOPORSI A 3 GG A SETTIMANA AD UNA TERAPIA SALVAVITA, QUALE E’ LA DIALISI..

I DIALIZZATI DOVREBBEREO ESSERE ESENTI DA QUESTO ASSURDO COMPORTO, VISTO CHE SPENDIAMO 160GG L'ANNO IN OSPEDALE SOFFRENDO PER SALVARE LA NOSTRA VITA E CHE IL TEMPO DI CURA FINO AD AVVENUTO TRAPIANTO NON E’ PURTROPPO QUANTIFICABILE , ALMENO IN TERRA…………………..

PRENDENDO POI INFORMAZIONI SU TUTTA QUESTA FACCENDA CHE HA DELL'INCREDIBILE, MI SONO ACCORTA PERO' CHE I DIALIZZATI SONO TRATTATI DIVERSAMENTE A SECONDA DEL SETTORE, DEL CONTRATTO, E SE SI LAVORA NEL PRIVATO O NELLO STATALE.

NON E’ QUESTA UN ENNESIMA PRESA IN GIRO????????????

SI FANNO FIGLI E FIGLIASTRI ANCHE SULLA MALATTIA??????

NON E’ FORSE CHIARO CHE CHI COME ME SENZA DIALISI MUORE???????? E CHE SE MANCA DAL LAVORO NON E’ PERCHE’ VA A FARE SHOPPING???

.
TROVO DISGUSTOSO E INDEGNO CHE LO STATO NON CI TUTELI, MA PIUTTOSTO CI SPARI CONTRO.

MA COME SI FA???? MA LA DIGNITA' UMANA QUANTO CONTA QUI IN QUESTO PAESE?

IO NON CHIEDO DI ESSERE MANTENUTA AD UFFA, IO STO CHIEDENDO DI ESSERE AIUTATA A MANTENERE IL MIO LAVORO CON IL MIO STIPENDIO.

CHIEDO CHE LA MIA DIGNITA' DI ESSERE UMANO PRIMA E DI DONNA POI, VENGA RISPETTATA E CON LEI IL MIO DIRITTO A VIVERE UNA VITA COME TUTTI GLI ALTRI, IN QUANTO NON POSSO PAGARE PER UNA MALATTIA CHE NON HO VOLUTO...


LO STATO CON LE SUE LEGGI MI STA BUTTANDO SULLA STRADA, PERCHE' PER CIO' CHE MI VIENE PROPOSTO A LIVELLO RETRIBUTIVO, NON ARRIVO A PAGARMI NENACHE UNA CAMERA DOVE DORMIRE.


LO STATO SPENDE TANTI SOLDI IN VITALIZI DA CAPOGIRO E PROTEZIONI DI MAFIOSI E CRIMINALI DI OGNI GENERE, PERCHE’ A ME VUOLE NEGARE UNA SOMMA IRRISORIA CHE PERO' A ME SALVEREBBE DA UNA FINE CATASTROFICA????

CHIEDO AIUTO A VOI AFFINCHE' QUEST'APPELLO NON RIMANGA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE UN INSIEME DI PENSIERI.

CHIEDO A CHIUNQUE PUO' AIUTARMI, DI DAR VOCE A QUESTO SOPPRUSO.


IO NON VOGLIO CAMBIARE LE LEGGI, MA CHIEDERE DI RIVEDERLE QUESTO SI'!!!!

SONO LEGGI ASSURDE CHE UMILIANO E OFFENDONO CHI COMBATTE TUTTI I GIORNI PER DIFENDERE LA PROPRIA VITA E IL DIRITTO A QUESTA.


VI PREGO DI ASCOLTARE LE MIE PAROLE E DI FARLE VOSTRE, COME SE FOSSI UNA VS FIGLIA, UN'AMICA, UNA CONOSCENTE O ANCHE SOLAMENTE UNA PERSONA CHE STA CERCANDO DI SALVARE QUANTI COME LEI SUBISCONO IL PESO DI QUESTA DIFFICOLTA'.

INSIEME SI PUO', VI PREGO AIUTATEMI!
appellodisperato@katamail.com

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